1 – Mai nessuno avrebbe potuto disegnare quadro più spettrale fotografando questo momento di crisi sanitaria che ha coinvolto inevitabilmente anche il mondo dello sport. Sperando che a breve tutto, o quasi, possa rientrare nella normalità, sebbene con cautela e tante precauzioni, come immagini la ripresa delle attività sportive nei campionati dilettantistici?
Non la immagino, non riesco. Per il momento storico in cui ci troviamo e nelle condizioni in cui ci troviamo, è davvero difficile ipotizzare una ripresa. Sono uno di quelli che è in quarantena forzata dal primo giorno, senza possibilità di uscire di casa se non per andare a fare un po’ di spesa una volta ogni tanto: sarebbe già poco auspicabile una ripresa della “vita di tutti i giorni”, che sia un caffè al bar, una cena in pizzeria, una passeggiata sul lungomare o anche una semplice discussione tra gruppi di amici all’aperto. Figurarsi riprendere, anche gradualmente, attività che prevedano assembramenti e continui contatti fisici. A tal proposito, leggo continuamente di piani di ripresa per i professionisti, dove, sì, hanno maggiore possibilità di monitoraggio costante della salute dei propri tesserati, ma dove vigono anche interessi economici MONSTRE. Una soluzione si “potrebbe” trovare (che non condivido assolutamente, la salute è miliardi di volte più importante del Dio denaro!) ma che non ha nulla a che vedere con il mondo dei dilettanti, dove non si ha possibilità né assoluta certezza/attendibilità di controlli accurati per una ripresa in totale sicurezza. Per non parlare della salute mentale di tesserati e addetti ai lavori: con quale approccio ci si riproporrà alla consuetudine del lavoro sul campo, con un costante pericolo dietro l’angolo? Non sono un medico né una persona di grande esperienza data la mia età, ma basta un minimo di ragionamento per capire che, senza un vaccino, tutto questo risulterebbe molto molto complicato.
2 – È comunque necessario ripartire, il mondo dello sport, e nello specifico quello calcistico, ha una notevole importanza sociale. Senza dimenticare che comunque ci riferiamo al mondo dei dilettanti, meglio ripartire da dove da dove si è interrotto o programmare per un futuro prossimo?
Sono totalmente d’accordo su questo, lo sport dilettantistico (non solo il calcio) deve essere inteso prima di tutto come mezzo per favorire una costante crescita culturale, sociale e territoriale. Nell’ottica di una ripartenza, che sia immediata o futura, c’è sicuramente bisogno di programmare al meglio (e non sarà facile) un futuro prossimo: riprendere dal punto in cui si è interrotto significherebbe comunque ripartire da zero, per una questione mentale più che altro, come dicevo poc’anzi.
3 – In tanti, leggendo vari interventi, auspicano un cambiamento. Il circo pallonaro ha veramente bisogno di questi interventi di cambiamento? Cosa potrebbe essere modificato? Potrebbero essere cambiamenti dettati conseguentemente dal momento o che comunque li ritieni imprescindibili?
Decisamente. C’è grande bisogno di migliorare molti aspetti del nostro mondo e gli spunti per farlo sono anche dettati dal momento. Faccio subito un esempio pratico a riguardo: in questa situazione è emersa la mancanza di tutela per calciatori e addetti ai lavori, fatta eccezione per i tecnici che sono gli unici ad avere un vero e proprio contratto di lavoro con le società. In base a quale criterio, ad esclusione dell’ovvia onestà intellettuale e morale degli stessi, debbano rinunciare o gli si debba obbligatoriamente riconoscere il rimborso spese? Anche esternamente a questa situazione: cosa, al di fuori dell’obbligo morale di chi finanzia, assicura i tesserati che quel rimborso spese rientri nelle proprie tasche al termine delle attività stagionali fino all’ultimo centesimo “promesso”? Questa, a mio parere, è una grave lacuna che deve necessariamente essere colmata al più presto.
4 – Se per ipotesi dovessi essere tu a programmare le attività, quali cambiamenti proporresti e in virtù di cosa?
Oltre a ciò che ho appena esposto sulla questione tutele che, ribadisco, ritengo fondamentali e assolutamente primarie, ci sono almeno altri due aspetti che potrebbero essere migliorati nella programmazione delle attività future. Uno su tutti è una rivisitazione dell’obbligo di schierare un numero di fuori quota definito e uguale per tutti: conosciamo tutti le difficoltà che ci sono nel creare e mantenere un settore giovanile o una scuola calcio (per mancanza di risorse economiche, di strutture adeguate per TUTTE le società e anche di risorse umane), ragion per cui si potrebbe attuare una riforma, facendo obbligo alle società che possiedono un settore giovanile di schierare un numero maggiore (tre, gli attuali) di fuori quota, piuttosto che alle società che non hanno e non riescono ad avere le risorse e le strutture adeguate, per le quali il numero di fuori quota potrebbe limitarsi a due. E, anche in merito a queste osservazioni, un altro aspetto che si potrebbe proporre è un maggiore incentivo economico (magari con un abbattimento percentuale della quota d’iscrizione) alle società che palesano queste grandi difficoltà.
5 – Il tuo Belvedere è in testa al campionato di promozione calabrese girone A, per concludere regolarmente la stagione mancano 6 gare, 4 punti di vantaggio in classifica sulla Rossanese. Nell’eventualità di una ripartenza del campionato, certamente non da escludere, in sincerità, come pensi che posa concludersi la contesa?
È difficile fare previsioni, ma in tutta sincerità mi manca tantissimo l’adrenalina del campo, per me che sono una persona che lo vive da vicino in ogni attività prevista, dalla seduta di allenamento, passando per il pranzo con la squadra fino ai 90’ della domenica. È per questo motivo che darei qualsiasi cosa pur di tornare a quella “normalità”, a prescindere da quello che potrà essere il risultato finale, perché chiunque ne uscirà vincitore lo avrà sudato e meritato sul campo. Certo, la nostra speranza è quella di chiudere in testa, i mezzi tecnici non mancano come abbiamo ampiamente dimostrato durante la stagione: sarebbe il perfetto coronamento di una programmazione lunga due stagioni e mezza.