Situazione al limite del comprensibile quella che investe i rossoblù cosentini del presidente Eugenio Guarascio.

Il più volte osannato Gennaro Tutino, investito dai più affezionati quale eroe/simbolo dell’annata conclusa,  è ora al centro di un caso che annulla i più legittimi pensieri di appartenenza.

Che Tutino sia stato diventato un idolo è cosa nota, il primo cittadino, avv. Franz Caruso, lo ha onorato con il “Sigillo della città di Cosenza” e, proprio nella stessa occasione, l’attaccante napoletato dichiarò “Il mio futuro? Sapete l’attaccamento alla città e a questi colori. Il Cosenza al 1º posto”. 

L’opzione del riscatto che il patron Guarascio poteva vantare è stato giustamente esercitato, lo annunciava lo stesso Parma attraverso il proprio portale ufficiale. Lo stesso faceva il presidente rossoblù in occasione della conferenza stampa per la presentazione del direttore generale Ursino e del direttore sportivo Del Vecchio. Un passaggio di proprietà legittimo, esercitato in base alle norme che ne regolano la materia, tra gli unici autorizzati a concludere: Parma e Cosenza, vecchia e nuova società del calciatore.

Doccia fredda, invece, per la sorprendente reazione dal procuratore del giocatore, Mario Giuffredi, nella quale, facendo alludere a una propria insoddisfazione (personale o professionale?) – leggi lo stralcio della dichiarazione in fondo all’articolo – , annuncia che gli obbiettivi della società con quelli del proprio assistito non coincidono, precisando che “Vuole giocare in Serie A o lottare in una squadra di B che possa stravincere il campionato, penso che il Cosenza non possa lottare per questo. Il suo ciclo è finito con la passata stagione”.

Legittimo, ora porsi delle domande per un caso che nessuno immaginava (salvo qualcuno che invece programmava?). Per il giocatore il Cosenza è al primo posto mentre per il procuratore è tutto il contrario? Perchè il signor Tutino, diretto interessato, non esce allo scoperto con la propria verità? Dov’è finito l’eterno amore verso i lupi, lo stesso di quello evidenziato ad ogni marcatura quando, correndo verso la curva, veniva baciata la maglia? 

Che possa essere un affare riscattarlo per poi rivenderlo al miglior offerente è anche plausibile ma con una digestione difficile. Forse, riprendendo un vecchio adagio, qualcuno s’è fatto i conti senza l’oste.


Mario Giuffredi, procuratore di Gennaro Tutino

“Sono rimasto senza parole per il comportamento del Presidente Guarascio. Non si è degnato di fare neanche una telefonata al calciatore per dirgli che le sue intenzioni erano quelle di riscattarlo. Da quando faccio questo lavoro non mi è mai capitato che una società che vuole riscattare un giocatore non abbia fatto una chiamata.Il comportamento lo reputo non corretto. Per quanto mi riguarda ho ricevuto delle telefonate da Ursino e Delvecchio ma non mi dicevano chiaramente le intenzioni del presidente perché non le conoscevano. Mi dicevano che il presidente stava valutando ma non aveva ancora deciso. Ritengo tutto ciò un comportamento non corretto professionalmente. Detto questo sono contento che il Presidente abbia fatto un investimento importante così la piazza di Cosenza può essere tranquilla: vuol dire che il proprietario del club ha la forza di costruire una squadra importante viste le risorse di cui dispone. Ma una cosa è certa e la dico con grande determinazione: piaccia oppure no il ciclo di Tutino a Cosenza è finito”.

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