Siamo delusi, siamo rammaricati e chiediamo scusa ai “veri” tifosi acresi.
La nostra città vive di calcio, la nostra città ha negli anni vissuto stagioni calcistiche importanti, la nostra città vive il calcio ed il rossonero quasi come fosse una religione. Questa è (secondo me) una grande certezza, una verità.
Acri, però, racchiude anche un’altra verità (purtroppo) il rovescio della medaglia. Quel lato cupo, ingrato, indegno che si basa sull’oscurità, sulla cattiveria, sull’invidia. Quel lato della medaglia dove distruggere è meglio che costruire, dove screditare è meglio che dare una mano. Parlare è facile, parlare con cattiveria è difficile invece ma purtroppo nella nostra città in tanti usano la bocca solo per sputare veleno. Un veleno che fa più danni di un virus (restando nel tema che sta insidiando la nostra quotidianità).
La sconfitta di oggi fa male, ma il dolore sportivo lo provano esclusivamente gli appassionati dei colori rossoneri, i veri tifosi.
Tanti altri pseudo tifosi, ed aspiranti dirigenti (senza portafoglio) gioiscono e lo fanno non perché tifano per un’altra squadra ma perché loro hanno semplicemente qualcosa nell’anima che si chiama malignità. Queste persone purtroppo per loro godono degli insuccessi altrui perché fondamentalmente sono insoddisfatti del loro essere. Mi spiace.
Sapete la malvagità dove arriva: c’è chi si prende ad esempio la briga di avvisare le squadre avversarie di una presunta “irregolarità “. Avviene nel calcio, succede a tutti di fare da “spia” capita che a noi. Ma solo chi è malvagio ed insoddisfatto di se stessi, può pensare di “avvisare” la squadra avversaria dell’Acri del fatto che probabilmente le porte del “Castrovillari” potessero avere un’altezza inferiore rispetto a quella prevista dal regolamento.
Cioè vi rendete conto che c’è chi riesce perversamente a pensare all’altezza delle porte dello stadio: pura perversione pensare ai pali.
Insieme a Carlo Stumpo abbiamo cercato di non fare sparire il calcio.
Santo Falcone