Volendo abusare di un parallelismo , il Cassano Sybaris (Promozione gir A) e l’Audace San Marco (Prima Ctg gir A) entrano pericolosamente a gamba tesa nei confronti dei rispettivi direttori di gara . Per quanto si legge nei rispettivi Comunicati Ufficiali, diramati con pubblicazione sui profili social ufficiali e indirizzati anche al Presidente del CR Calabria e al Designatore AIA Calabria, gli ufficiali di gara avrebbero condizionato l’esito finale delle gare in cui le società erano impegnate: Cassano Sybaris perdente contro il DB Rossoblu Città di Luzzi e Audace San Marco sconfitto in casa dal Malvito. Nulla contro le vincenti, d’altronde è normale che “a caval donato non si guarda in bocca“, nelle dichiarazioni è chiaro che gli episodi pregiudizievoli , a giudizio di parte, sono esclusivamente addebitati alle giacchette nere e non intaccano i rapporti tra le società coinvolte.
Il Cassano Sybaris del presidente Azzolino contesta l’assegnazione del calcio di rigore che ha determinato la sconfitta che, nel corpo dello scritto, sarebbe stato decretato senza ragione. E ancora altri episodi con espulsione del dirigente accompagnatore che avrebbe solo chiesto di velocizzare la ripresa del gioco e l’epulsione di un proprio calciatore che da vittima è stato fatto passare carnefice. Contesta ancora l’annullamento di una rete regolare per la segnalazione di un assistente. Pericoloso quanto invece afferma circa una presunte discriminazione razziale riferendo di una frase che il direttore di gara avrebbe rivolto al giocatore espulso, circostanza da trattare con cautela le cui responsabilità, nel riporto del comunicato o nella veridicità da noi non verificabile, aprirebbe scenari che con lo sport poco condividono.
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L’Audace San Marco, da parte sua, nel comunicato, punta il dito verso il direttore di gara reo di una condotta arrogante, indisponente e presuntuosa senza che ne sussistessero i motivi. Da un recupero extra nella prima frazione che ha provocato la rete del pari e l’espulsione di un proprio calciatore, alla seconda rete in posizione irregolare, alla mancata concessione di un chiaro calcio di rigore. Insomma, di tutto e di più per quanto riportato. Nello stesso comunicato, si contesta tra l’altro, il senso della collaborazione richiesta dalla categoria arbitrale quando proprio gli stessi designati, indossando abiti che infondono superpoteri, rifiutano ogni confronto.
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