Brutta giornata per il Trebisacce di mister Presta quella di domenica scorsa a Locri. Da come lamentato e documentato da immagini, alza la voce la società giallorossa vittima, a proprio parere, di un torto arbitrale allorquando al 42° l’arbitro Caccuri con la collaborazione del secondo assistente Sergi (entrambi della sezione di Reggio Calabria) hanno convalidato una rete “fantasma” con la palla che effettivamente viene intercettata dal difensore e che si indirizza verso il fondo del campo.
Le immagini estrapolate dalla sintesi della gara di TELEMIA TV, rielaborate sul fotogramma, confermano la bontà delle lamentele. Nel fermo immagine si evidenzia che la palla non avesse varcato completamente la linea di porta e comunque, per quanto tutto è possibile, la palla non avrebbe assunto la traiettoria successiva se la stessa fosse entrata completamente. E’ anche vero che il direttore di gara ha solo un secondo, o frazione, per decidere su un singolo episodio così come lo stesso suo assistente ma considerando che si parla del massimo campionato regionale certi errori potrebbero essere evitati, sicuramente in una chiave di lettura della completa buona fede degli stessi.
Strano anche l’atteggiamento ad inizio gara della terna arbitrale. Avendo la società del Trebisacce una divisa di gara simile a quella usata dai direttori di gara, hanno preteso che la squadra indossasse delle casacche per distinguersi. Ordunque, presupponendo che è meno complicato “cambiare abito” per 3 persone invece che per 10 ospiti, oltretutto non responsabili del colore della divisa di gara poiché squadra ospitata e con a seguito la seconda divisa, forse è anche giusto ricordare che in altri anni i direttori di gara avevano nel loro borsone due divise di gara proprio in virtù di questo problema. Non è colpa delle società se gli arbitri non sono più dotati di diverso vestiario sportivo. Tutte le società sportive, sul proprio materiale, hanno impresso gli sponsor che investono e le aiutano a sopravvivere contribuendo con sponsorizzazioni. Coprire le stampe degli sponsor con le casacche denatura l’oggetto stesso delle aziende allontanandole e sminuendo la partecipazione , molto più facile e meno dannoso che siano gli arbitri a trovare una soluzione diversa. Molti altri arbitri in tutte le categorie al manifestarsi del problema, magari con più consapevolezza e umiltà, indossano le casacche che non disonorano ma che semplicemente li rendono più partecipi in questo mondo del dilettantismo che ha bisogno di più operai e meno attori.